Giambruno, fra lupi, alcol, stupri ed esempi del menga

Su stupri e ubriachezza molti i commenti e gli esempi. Troppi dei quali sbagliati (foto freepick)

Andrea Giambruno, partner della Premier Giorgia Meloni commenta i casi di stupro, puntando il dito contro gli eccessi che ne favorirebbero la perpetrazione. Ovviamente, è stato sommerso da una shitstorm epocale

Stupri, alcol, discoteche e altri temi che più divisivi di questi non si può. Per lo meno sui social e negli ultimi tempi. Ultimo della serie il caso Giambruno. Il compagno della Premier Giorgia Meloni si è infatti espresso sul tema “alcol-stupri” e contro di lui si è generata una tempesta di merda epocale.

Cosa avrebbe detto Giambruno

Uno magari dice a sua figlia: guarda, non salire in macchina con uno sconosciuto. Perché è verissimo che tu non debba essere violentata perché è una cosa abominevole. Però se eviti di salire in macchina con uno sconosciuto, magari non incorri in quel pericolo“.

Poi ha proseguito: “Certo che se tu vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti. Certamente, questo è assodato. Non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento o di inciampo. Però se eviti di ubriacarti o perdere i sensi magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche e poi rischi che il lupo lo trovi”.

Di fatto Giambruno ha parlato di rischi, minori o maggiori a seconda del grado di esposizione che il singolo soggetto decide di avere alterandosi con sostanze da abuso. Neanche affidarsi a uno sconosciuto, peraltro, appare la cosa più saggia che si possa fare, specie nel cuore della notte, a meno di essere un sesto Dan di arti marziali o di avere un taser già pronto in mano. Analogamente, se si perde il controllo di se stessi diviene praticamente impossibile evitare situazioni avverse che si potrebbero invece gestire stando sobri. E magari scapolarsela, invece di sperimentare una delle peggiori esperienze che una donna possa subire.

Si dubita peraltro che i detrattori di Giambruno consiglino alle proprie figlie di affidarsi ai primi che passano, o che salutino le proprie giovani al grido di “Mi raccomando, divertiti! Spaccati ammerda!“.

La cosa peggiore che Giambruno ha quindi detto, ma che in pochi hanno stranamente stigmatizzato, è l’aver praticamente sostenuto la liceità di ubriacarsi marci. Il tutto, a fronte dei gravi danni che l’alcol provoca alla salute in genere e agli incidenti che causa per manifesta incapacità di guidare.

Quindi il messaggio di Giambruno sarebbe stato meglio fosse: “Bevete solo con moderazione. Eviterete di fare una qualsivoglia brutta fine voi o di farla fare a qualche malcapitato che passi davanti al cofano della vostra macchina“. Macché: il punto degli abusi da alcol non è stato manco sfiorato. Molto male, Giambruno. La libertà di sfondarsi, che difendi con tanto calore, resta. Ovvio. Nessuno può infatti proibire ad alcuno di bere oltre il limite del buon senso. Semmai da stigmatizzare sono le conseguenze dell’esercizio di quel diritto. E tu hai dimenticato di farlo.

Le risposte del menga ad Andrea Giambruno

Sui social si è poi assistito a una fioritura di meme, rilanci e video satirici con imitatori di Giambruno e Meloni (alcuni dei quali in effetti spassosi). Un florilegio di frasi che volano alto, altissimo. Peccato che spesso siano fuori bersaglio.

L’Homo sapiens contiene infatti una certa percentuale di criminali da quando è stato identificato tale: ladri, assassini, truffatori, violenti, rapinatori, stupratori e chi più ne ha più ne metta. Accettatelo, perché così è e così sarà finché un evento estremo non cancellerà l’Umanità dalla faccia della Terra. A fronte di una maggioranza di famiglie che prova a educare i propri figli e figlie nel rispetto degli altri e di se stessi, vi saranno sempre altre famiglie di trogloditi che trasferiranno ai figli dei disvalori come la prevaricazione quale segno di forza, oppure il diritto di prendersi quello che si vuole perché è così che si fa.

Basti pensare ai commenti di certe madri in difesa dei propri figli stupratori: le ascolti e capisci perché quei ragazzi sono diventati grandi di corpo, ma non di cervello. La domanda quindi è: ma con certe famiglie di subumani, come potete sperare che basti esortare sui social a una migliore educazione dei figli maschi per eliminare il problema degli stupri? Utopie inutili, le vostre, che non spostano il problema di una virgola.

Fatta perciò salva l’ineluttabilità di eventi criminali di vario genere, stupri inclusi, e quindi pure lo sgradito obbligo a convivere con una miriade di farabutti bastardi, cos’avrebbe sbagliato Giambruno nel citare i lupi quali similitudine con gli stupratori? Il lupo è un predatore e i violentatori, non per caso, sono chiamati anche “predatori sessuali“. Per quanto io ami i primi, cioè i lupi pelosi, e odi profondamente i secondi, la similitudine ha tutti i suoi perché. Quindi che cavolo lo perculate a fare?

Ma niente: una giornalista si è lanciata perfino in un’illazione sul fatto che se Giambruno parla di lupi allora ne consegue che le donne, sintetizzo, sarebbero presentate come prede al pari di un pezzo di carne da sbranare. Una forma di retorica che aborro, poiché a me piace restare fedele a quanto detto, lasciando ad altri il vizio di piazzare parole mai dette – né forse mai neanche pensate – in bocca all’oggetto della propria filippica.

Più prosaicamente, sui social c’è poi chi crede di essere spiritoso pubblicando il tormentone per il quale se sei donna e ti ubriachi arrivano i lupi, mentre se sei uomo e ti ubriachi arrivano i taxi. Ma siete seri? L’ipotesi taxi vale infatti anche per le donne, mica solo per gli uomini. Perfino la povera capra uccisa a calci per divertimento da degli imbecillotti è stata tirata in ballo, credendosi sagaci nell’affermare che il povero animale non si era mica ubriacato. No comment. Perché certi livelli di stupidaggine vanno presi come sono e lasciati stare dove li si è trovati.

Fra i fustigatori illustri di Giambruno si è evidenziato perfino Enrico Mentana, il quale ha postato un commento nelle intenzioni intelligente, ma fallimentare nei risultati.

Ciò che non elabora Mentana è che ci possono essere comportamenti enormemente differenti in ciascuna delle situazioni che ha elencato. Per esempio, se esco di casa peritandomi di sbarrare accuratamente porte e finestre, magari i ladri possono comunque penetrare casa mia e violare la mia proprietà. Sono delinquenti, criminali, e loro è tutta la colpa dell’illecito a mio danno. Se però esco di casa lasciando porta e finestre aperte, le cose cambiano parecchio. I ladri restano comunque loro i delinquenti della situazione, ma io posso lecitamente essere reputato un coglione, poiché la mia casa, la mia proprietà, gliel’ho offerta su un piatto d’argento.

Quindi, fatto salvo che in entrambi i casi sono io la vittima e loro i delinquenti, nel primo nulla potrà essermi imputato, nel secondo, invece, se vengo coperto di pernacchie per la mia dabbenaggine è meglio che stia zitto, perché me le merito tutte. Quindi, caro Mentana, se sei un giornalista e fai degli esempi del menga, sai bene a chi dare la colpa.

Lo stesso discorso di cui sopra vale del resto per le auto lasciate aperte con la chiave nel quadro. Ricordo che molti anni fa un tizio lasciò l’auto in doppia fila per entrare in un qualche posto che manco ricordo quale fosse. La macchina restò appunto aperta e con la chiave inserita. Dopo pochi minuti uscì, scoprendo che – sorpresa e raccapriccio – l’auto non c’era più: a un ladro che passava di lì non sarà parso vero di involare una macchina incustodita e pure con la chiave nel blocchetto di avviamento. Ci mancava fosse col motore acceso e un bigliettino con su scritto “Un regalo per te” e per il ladro sarebbe stato perfetto.

La vittima del furto, perché quell’uomo era comunque la vittima e il ladro restava pur sempre lui un farabutto, non poté però contare su alcuna comprensione, né venne difeso da alcuno. Al contrario venne perculato allo sfinimento, emergendo dai commenti quasi quasi una simpatia per il ladro, quella che si genera verso un qualunque individuo che punisca un cretino per la sua dabbenaggine.

Ovvio che tale simpatia era del tutto fuori bersaglio: per quanto il proprietario dell’automobile fosse stato un imprudente babbeo, quello sempre furto era. E verso quel delinquente sarebbe stato sacrosanto esprimere stigma sociale. E invece no: in quel caso nessuna comprensione, nessuna difesa d’ufficio. L’automobilista a quel ladro la propria macchina l’aveva offerta su un piatto d’argento. Quindi se l’era cercata. Espressione in odio alla frangia dei giustificazionisti, ma che pare vada benissimo quando usata a targhe alterne.

Manca l’ipotesi di confronto

Nella diatriba su stupri e ubriachezza (o altre forme di alterazione mentale) manca ovviamente l’ipotesi opposta, ovvero come sarebbero andate le cose in assenza di alterazione mentale. Esempio lampante di tale fallacia logica lo ha fornito un mio contatto social: la figlia ventenne è stata molestata in pieno giorno, camminando per strada vestita in modo del tutto normale. Quindi secondo sua madre il tema alcol non sarebbe da porre al centro della discussione.

La figlia, però, non è mica stata stuprata, riuscendo a cavarsi d’impiccio e a sganciarsi dal molestatore, tornando a casa sana e salva. Forse non sarebbe andata così se fossero state le tre di notte, fuori da una discoteca, ubriaca e barcollante, per giunta vestita con tre francobolli come spesso usa fra le giovani cui piacciono gli eccessi. Ovvio che se il molestatore fosse passato alle vie di fatto, divenendo stupratore a pieno titolo, il reato l’avrebbe sempre e comunque commesso lui, solo lui, esclusivamente lui. Ma la ragazza sarebbe da giudicare al pari dei succitati padroni di casa e di automobili che ai delinquenti l’opportunità l’hanno offerta, appunto, su un piatto d’argento.

Situazione contraria e argomentazioni ad minchiam: un ex contatto social, bloccato in quanto da me reputata una vera imbecille, s’intese di dimostrare una tesi, finendo comicamente col dimostrare proprio la tesi alla quale si opponeva con ardore. Ricordate il caso delle due turiste americane e dei due Carabinieri che con le ragazze ebbero rapporti sessuali favoriti dal loro stato di ubriachezza? Ecco, l’irrazionale pasionaria stava discutendo proprio di quello, contrapponendosi aggressivamente a chi obiettava che forse lo stato di ubriachezza non fosse tale da far sì che le due ragazze non sapessero cosa stessero facendo coi due Carabinieri.

Quale argomento a sostegno delle proprie posizioni, la tipa riportò un evento a lei stessa accaduto, raccontando di una serata fra colleghi al termine della quale uno di questi l’accompagnò a casa poiché sbronza dura. L’uomo provò a baciarla, sperando in una conclusione erotica della serata, ma si trovò contro una sorta di tigre del Bengala scatenata che si mise a urlare, insultare e menare come un fabbro. Anche se ubriaca dura…

In sostanza, con la propria testimonianza stava confermando che anche se una donna è sbronza può comunque opporsi a un uomo, ovviamente sgradito, che sta tentando un approccio sessuale. Addirittura può metterlo in fuga. Col suo stesso racconto dimostrava cioè l’esatto opposto della tesi che stava cercando di sostenere, ovvero che una donna che ha bevuto sia in totale balia dell’uomo che ci prova anche senza bisogno di perdere i sensi. Un genio, praticamente. Bloccata e via, perché di certi sproloqui sui social ce n’è una ricca messe e più ci se ne libera e meglio è.

Ti possono stuprare anche se sobria

Ovvio che sì. Ricordo uno stupro in cui la vittima era una donna che aspettava l’autobus di prima mattina per andare a lavorare. Non era certamente ubriaca, né vestita da cubista, eppure un uomo la prese con le cattive, la picchiò, la trascinò dietro a dei cespugli e la stuprò. Lo poterono arrestare solo anni dopo, quando il DNA rinvenuto sulla povera malcapitata poté finalmente essere comparato con quello prelevato in occasione di un altro reato di cui l’uomo di era macchiato.

Contenti? Esempio calzante alle vostre tesi, no? No, per la miseria! Liquidare la faccenda sostenendo che si può essere stuprate anche da sobrie fa il pari con chi sostenesse che si può guidare sbronzi e senza cintura perché tanto la maggior parte dei morti sulle strade erano sobri e con la cintura allacciata. Una fallacia logica che ricorda quella dei novax che si credevano sagaci nel far notare che nelle terapie intensive c’erano anche dei vaccinati. Vi rendete conto che sono (s)ragionamenti da coglioni?

No, forse non ve ne rendete conto.

Somma delle somme…

Ecco, mondando le prolusioni di Andrea Giambruno dal semplicismo e dalla mancanza di stigma delle assunzioni smodate di alcol, i consigli che ha dato non sono mica poi tanto sballati. In pratica, stando all’osso, ha solo detto che è meglio non andare in macchina con degli sconosciuti e che è bene non spaccarsi ammerda di alcol, perché poi aumenta (badate bene: aumenta!) il rischio di finire nel mirino dei predatori sessuali. Questi infatti, analogamente ai predatori in genere, scelgono sempre le prede più facili. Sempre loro i predatori sono, ovviamente, e le donne vittime. Ma se la tua incolumità gliel’hai offerta tu stessa su un piatto d’argento, onestà intellettuale vorrebbe che almeno della cogliona tu te lo dessi. Non foss’altro per dare un esempio a chi nella tua situazione non ci è ancora finita, ma continuando a sballarsi rischia di finirci.

Anche perché sfarsi di alcol pare essere divenuta cosa di cui vantarsi: matrimonio, tavolata dei giovani, una ragazza si vanta di aver vomitato ogni tipo di alcolico. Se ne vantava. Una cosa da cretini, di cui perciò vergognarsi, ma lei se ne vantava. Capite quanto vuoti siano i commenti sui social in cui si afferma che una donna dovrebbe essere libera di circolare di notte, pure fosse nuda, senza che alcuno la toccasse? Ma certo: anch’io vorrei un mondo in cui nessuno, mica solo le donne, rischiasse pessime esperienze. Anch’io ci metterei la firma affinché non esistessero furti, rapine, aggressioni, violenze. Quando avrete trovato la dimensione parallela dove la Terra è un siffatto paradiso terrestre avvisatemi, che mi trasferisco subito.

Fino ad allora scendete dal pulpito, poiché le frasi ad effetto non vi rendono più intelligenti, colti, intellettuali. Dimostrano solo che non capite da che parte stia il problema. Quindi ne fate inconsapevolmente parte.

Capisco bene che nell’attuale società l’obiettivo dominante è la cancellazione del senso di responsabilità personale, attribuendo sempre ad altri ogni responsabilità di ciò che accade. Così facendo, però, si istiga all’imprudenza proprio le potenziali vittime. Perché se tu per primo, o per prima, non badi affatto a te stessa, alla tua proprietà, alla tua incolumità, un po’ coglione/a lo sei. E sarà sempre tardi quando si ammetterà questa banalissima evidenza fattuale.

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