Circolano ancora i deliri antivaccinisti, vuoi per il ritiro del vaccino di AstraZeneca, vuoi per i casi di morte improvvisa. Come stanno realmente le cose? Non certo come sostengono i novax
“Cadono come mosche!!11!1!!”. Una frase che continua a imperversare sui social fra i novax che a ogni morte improvvisa che viene pubblicata dai media gongolano, illudendosi di essere al sicuro poiché non si sono fatti “inoculare il siero genico sperimentale”. Secondo la loro percezione, infatti, le morti improvvise sarebbero aumentate in modo esponenziale fra i vaccinati. Cosa ovviamente falsa: non c’è stata alcuna impennata, né tra i vaccinati, né tra i no vax.
Storicamente, infatti, si registrano ogni anno decine di migliaia di morti improvvise per cause cardiocircolatorie. Basti pensare che in una puntata di 30 ore per la vita si raccoglievano fondi proprio per finanziare la ricerca in tal senso. A oggi non vi sono indicazioni statistiche che possano far pensare a un aumento di tali casi, men che meno che possano far pensare a una specifica impennata fra i vaccinati. Ma, appunto, i novax non pensano: delirano.
AstraZeneca “ammette”? Ma piantatela…
E ancora no: AstraZeneca non ha ammesso proprio niente perché non vi era nulla da ammettere. Solo la stampa-feccia nazionale poteva speculare su questa non-notizia, come del resto fa da anni sul Covid-19. Che il loro vaccino mostrasse qualche caso in più in termini di effetti collaterali (fattori di coagulazione del sangue) lo si seppe infatti quasi subito, nel 2021 stesso.
Un conto è infatti sperimentare un vaccino su qualche decina di migliaia di pazienti offertisi volontari. Un altro è essere somministrati a centinaia di milioni di persone a livello globale. In tal caso, anche la probabilità dello 0,0000001% di avere un effetto avverso, prima o poi, si realizza. E l’effetto avverso si misura oggettivamente.
Per questo c’è la vigilanza sui farmaci: perché alcuni effetti rarissimi si possono valutare solo quando un vaccino o un farmaco è stato assunto da milioni e milioni di persone. Che vi piaccia o meno non importa: se non si facesse così non avremmo alcun rimedio per curarci dalle malattie o per prevenirle. Fatevene una ragione. Cinico? Sì, certamente. Ma se siete vivi e potrete restarci a lungo è grazie ai cinici, non ai vostri guru del menga.
Il ritiro del vaccino non è quindi dovuto agli effetti avversi (rarissimi), quanto per il fatto che non era più efficace ed era stato superato da tutti gli altri. Pensate un po’: quelli a mRNA. Cioè quelli accusati oggi di fare stragi.
Il vaccino AstraZeneca era stato infatti tarato sulla prima variante di Covid-19 e ormai non funzionava più sulle ultime varianti giunte a impestare il mondo. E se un vaccino non funziona si rischia molto di più a continuare a somministrarlo, poiché si aumentano i rischi di danni dovuti al virus. E allora sì che fioccherebbero le cause per un risarcimento. E la farei pure io, una causa, sapendo che mi sono ammalato per colpa di un vaccino ormai inefficace, ma venduto lo stesso. Ecco perché lo hanno ritirato. Quindi, cari novax, posate la bottiglia di grappa e fatevi passare la sbornia di esultanza, perché non ha alcun motivo di essere.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità
In compenso, vi sono i report pubblici dell’Istituto Superiore di Sanità che descrivono le differenze fra vaccinati e non vaccinati in termini di casi di Covid-19, di ricoveri ospedalieri, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi.
Per esempio, a pagina 15 del report del 27 ottobre 2021 (periodo 24/09/21 – 24/10/21) si possono leggere i numeri e questi parlano molto chiaro: andando a bomba su ricoveri, terapie intensive e decessi, i non vaccinati avevano una probabilità molto più elevata dei vaccinati, soprattutto se con ciclo completo.
Spiegazione della tabella: i numeri assoluti sono quelli da considerare per elaborare il calcolo proporzionale e probabilistico. Quelli fra parentesi sono le percentuali relative alla specifica categoria (ricoverati, in terapia intensiva o morti). Ma queste percentuali andrebbero proporzionate al numero assoluto di partenza, altrimenti si corre il rischio di pensare che in fondo le differenze siano minime.
Per comprendere i reali benefici delle vaccinazioni si deve cioè elaborare un calcolo di tipo proporzionale fra casi registrati e popolazione di partenza. Altrimenti i numeri secchi di per sé possono apparire fuorvianti agli occhi di una persona poco attrezzata quanto a matematica, offrendo spunti golosi alla summenzionata stampa-feccia che coi novax ci si paga gli stipendi. Altrimenti i loro giornali non li si comprerebbe nemmeno per tappezzare la gabbia dei canarini.
I numeri assoluti
Come prima cosa vanno guardati i numeri assoluti delle popolazioni prese in considerazione: la popolazione contabilizzata nel settembre 2021 ammontava a 54.009.840 (manca tutta la popolazione <12 anni). I vaccinati con ciclo completo erano 11.715.686 (12-39 anni), 14.103.183 (40-59 anni), 11.868.189 (60-79 anni) e 4.228.199 (80+ anni). Quindi, la stragrande maggioranza della popolazione (41.915.257) risultava vaccinata con ciclo completo. A questi vanno aggiunti 2.863.195 cittadini con ciclo vaccinale incompleto.
Per contro, i non vaccinati erano 9.231.388. Di questi, la stragrande maggioranza era rappresentata da cittadini fra i 12 e i 39 anni (4.131.599) e da quelli fra i 40 e i 59 (3.459.567). Quindi le fasce meno soggette a sviluppare sintomi seri, gravi o mortali del Covid-19.
Nonostante ciò, i numeri restano impietosi, soprattutto pensando che i valori riportati in tabella sono riferiti a un solo mese. Rapportando infatti i casi di ricovero ospedaliero, quelli in terapia intensiva e quelli dei decessi con la popolazione di partenza di ciascuna categoria di età, i non vaccinati ne escono malissimo rispetto ai vaccinati. Limitandoci al confronto fra non vaccinati e vaccinati con ciclo completo, chi non era vaccinato aveva un fattore moltiplicativo del rischio enorme, sebbene diverso per fascia di età:
Fattori di rischio molto più elevati per i non vaccinati
Nella fascia 80+, considerata la più fragile per ovvi motivi, i non vaccinati avevano 7,6 volte in più di probabilità di finire in ospedale rispetto ai vaccinati di pari età. Una probabilità che saliva a 8,3 volte per i ricoveri in terapia intensiva e a 11,7 volte per i decessi.
Per la fascia di età 60-79 anni i fattori moltiplicatori del rischio erano pari a 12 volte per le ospedalizzazioni, a 24 volte per i ricoveri in terapia intensiva e a 18 volte per i decessi. Quindi peggio dei cittadini 80+.
Fascia 40-59 anni: molto peggio ancora per i cittadini non vaccinati ricadenti in questa fascia di età. Avevano infatti 20 volte tante le probabilità di finire in ospedale, 29 volte tante quelle di passare dalla terapia intensiva e 23 volte tante quelle di morire. Questa fascia di età è stata quindi quella in cui le differenze fra vaccinati e non vaccinati sono state più evidenti in termini di rischi. Si ripete: calcoli elaborati su base proporzionale e probabilistica, prendendo per ogni categoria i casi e rapportandoli alla popolazione di partenza di ogni specifica categoria.
Fascia 12-39 anni. Brutte notizie anche per chi sostiene che i giovani stessero benone anche se non vaccinati. In numeri assoluti senz’altro, poiché l’incidenza del Covid-19 sulle persone giovani era molto bassa, per lo meno in termini di sintomatologie. Ma i confronti vanno fatti fra pari età, vaccinati o meno che siano.
Anche in tal caso, i giovani non vaccinati avevano una probabilità 19 volte più elevata di finire in ospedale e 11 volte quella di morire. Per la terapia intensiva non è stato possibile calcolare il rapporto proporzionale, poiché di non vaccinati, nel mese considerato, in terapia intensiva non è finito nessuno, contro i 4 non vaccinati. Si ricorda che le due popolazioni di partenza erano 11.715.686 per i vaccinati e 4.131.599 per i non vaccinati. In termini percentuali, il 67,2% dei 12-39 era vaccinato, contro il 23,7% dei non vaccinati. Nonostante però fossero quasi il triplo dei non vaccinati, i vaccinati hanno ripotato zero ricoveri in terapia intensiva contro i 4 dei non vaccinati.
Conclusioni
Cari novax: voi i vaccini non li dovete proprio fare, ma non perché pericolosi, bensì perché non ve li meritate.
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